Domenica scorsa, dopo l’ennesima sosta nazionali inutile, facciamo tappa nella capitale. Alle 20.45 affrontiamo la Roma.
Partiamo da Famagosta in mattinata. Molti di noi fanno i conti con le sbronze della sera prima e arrivano ai pullman con gli ultimi residui di alcool in corpo e gli occhiali da sole, anche se di sole ce n’è ben poco.
L’atmosfera è frizzante e carichi a molla lasciamo Milano. Il viaggio scorre sereno tra canti, birre, pioggia, sole e tante risate.
In questa domenica di calcio sono numerose le tifoserie che si apprestano a solcare le autostrade dello stivale. Proprio per questo motivo l’attenzione rimane alta per tutta la durata del viaggio, ritorno incluso.
Non perdiamo l’occasione per provare nuovi cori che alimentano l’entusiasmo generale. Tappezziamo i vari autogrill di adesivi e ci avviciniamo a Roma, dove arriveremo verso le 19.30.
Entriamo nel settore a circa 10 minuti dall’inizio della partita e ci posizioniamo come di consueto nell’angolino in basso a destra. Attacchiamo le nostre pezze e prepariamo i bandieroni, pronti ad incitare la Beneamata verso la conquista della vittoria.
I primi 3 minuti li passiamo in silenzio, onorando il ricordo dei ragazzi di Foggia, deceduti settimana scorsa a causa di un grave incidente (sia mai che gli fosse stato dedicato 1 minuto di silenzio in tutti gli stadi, come viene fatto per calciatori, arbitri, dirigenti e compagnia bella)
Il settore, dopo essersi lasciato andare ad un grande applauso, inizia a cantare per l’Inter. Lo stadio ci ammira in silenzio, complice l’iniziale assenza della curva sud, rimasta fuori per i primi 15 minuti a causa della contestazione contro la propria società. I romanisti espongono un grosso striscione recitante: “15 minuti di assenza, perché siamo schifati da questa dirigenza”.
La partita è abbastanza noiosa, basta un guizzo di Lautaro a far esplodere il settore.
A livello canoro, a differenza delle altre trasferte, veramente poca roba. Interisti allo stadio si viene per cantare! Vediamo di darci una sveglia, all’Olimpico siamo stati ben al di sotto delle nostre potenzialità. Così non va bene. In ogni stadio devono rimbombare solo e soltanto i nostri cori. Metà della gente presente è stata 90′ minuti in silenzio…ma che cazzo venite a fare? Piuttosto lasciate il posto a chi per l’Inter torna a casa senza voce ogni weekend.
Altro appunto importante: i cori vengono lanciati dai ragazzi con i megafoni, non c’è spazio per improvvisazioni e megalomanie varie.
A fine partita usciamo compatti e dedichiamo qualche coro a Gabbo e al suo infame assassino, Spaccarotella.
Risaliamo sui lamieroni e ci dirigiamo al primo autogrill fuori Roma, che puntualmente troviamo barricato.
Dopo l’ennesima birra bevuta in compagnia, accompagnata da pochissimo cibo, ripartiamo.
La prossima tappa sarà l’autogrill di Badia Al Pino, tristemente noto alla storia come luogo dell’omicidio di Gabriele Sandri. Una volta arrivati scendiamo dai pullman, accendiamo un paio di torce e con le ultime energie rimaste in corpo solleviamo al cielo il nostro grido, nel ricordo di Gabbo.
Dopo una notte passata in viaggio, arriviamo per le 7 a Milano. Molti di noi andranno dritti a lavoro, mentre i più fortunati riusciranno a tornare a casa per riposarsi qualche ora.
Ci portiamo in saccoccia l’ennesima bella trasferta passata in compagnia dei nostri amici. Fratellanza, amicizia e condivisione. Questa è la base del vivere ULTRAS.
Nient’altro conta.